Sala e le velate minacce

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E’ infastidito il Sindaco di Milano, Beppe Sala, alla richiesta di alcune Regioni e città del Sud di accogliere turisti delle zone più colpite dal Covid previa esibizione di certificato medico di negatività al virus.

Minaccia, in sostanza, di boicottare per il futuro il turismo in quelle regioni: «quando poi deciderò dove andare per un weekend o per una vacanza, me ne ricorderò».

Ah, caro Sala, se qui dovessimo ricordarci tutto, sa da quando i confini dovrebbero essere chiusi?

Lei aggiunge poi su Facebook: «penso sia sbagliato discriminare gli italiani per regioni di appartenenza». Lo penso pure io, sa?

Ma se esiste un paese diviso, tagliato a metà, che si guarda in cagnesco, è per chi ha deciso di coltivare menzogne e luoghi comuni in un secolo e mezzo. E’ colpa di chi ha impoverito metà paese, di chi ha cercato di convincere che la povertà fosse incapacità e svogliatezza.
Di chi ha appiccicato etichette vomitevoli (colerosi/terremotati) ad ogni piaga abbattutasi da queste parti.
E’ colpa di chi, ieri come oggi, ha falsamente illuso una parte del paese di essere geneticamente migliore, non più fortunata. E’ colpa di chi ha creato un nemico in chi si faceva la valigia di cartone e contribuiva alle fortune delle zone industrializzate. Ed è colpa anche di chi si è girato dall’altra parte.
Di chi ha tollerato sentimenti divisori, razzisti, verso una parte del paese della quale, in realtà, non potrebbe mai farne a meno per mantenere le sue fortune.
Lei lo sa, chiaramente. Tra l’altro è uno che, a parole, ha sempre rigettato ogni forma di intolleranza e discriminazione.

Ma è di questo che si parla?

Questa terribile pandemia è scoppiata in Lombardia, è inutile negarlo. Non è colpa dei lombardi, certo; come non lo è stata dei napoletani per il colera, ovviamente. Per me è anche superfluo sottolinearlo.

In termini di salute Milano e la Lombardia hanno pagato il prezzo più alto.
In termini di crisi sociale dovuta alle restrizioni, tutta Italia ha dovuto pagare lo stesso prezzo.
Anzi, al Sud più alto ancora; perché ve lo ricordate che qui ce la passiamo un po’ peggio vero?
Un prezzo alto dovuto anche a incapacità politiche e amministrative delle regioni del Nord; a scelte dissennate.

E in questa crisi sociale abbiamo dovuto assistere ancora a teatrini vomitevoli, a chi cercava di trovare responsabilità in zone del paese che non c’entravano nulla.

Il 30 marzo fu proprio lei, in un’intervista a La Stampa, a dichiarare : “A volte mi chiedo se ha senso considerare tutta l’Italia una zona rossa”

consapevole che il focolaio dell’epidemia fosse una parta specifica del paese.

Ma tutta l’Italia è stata zona rossa; tutta l’Italia ha subito le stesse restrizioni. Tutta Italia ha reagito al lockdown responsabilmente, anche dove l’epidemia era così contenuta da far temere reazioni diverse. Tutta Italia ha pagato (e paga), lo stesso prezzo.

E i commercianti del Nord sono stati in prima fila a invocare riaperture rapide perché erano e sono a rischio chiusura definitiva; giustamente.
E al Sud? Ha pensato quanto senso di responsabilità, quanta maturità ci siano voluti per affrontare questa crisi in regioni che dal Covid sono state solo sfiorate? E’ stato fatto, però.

Tutto questo mentre Zaia spiegava che nel Veneto bisognava riaprire tutto visto che “loro” vogliono lavorare, ma da altre parti “non è consuetudine pensare che il problema è andare a lavorare”.

Sono queste le dichiarazioni che dovrebbero fare schifo, francamente. Insieme a tutti gli sproloqui che abbiamo ascoltato in questi mesi.

Il bollettino di oggi (27/05) ci racconta di 584 nuovi casi in Italia. Dei quali 384 (il 66%) in Lombardia. L’80% se ci aggiungiamo il Piemonte. Il 93% se ci aggiungiamo le regioni limitrofe.

E se Presidenti di Regione o Sindaci di Comuni del Sud, che poi proprio con il turismo hanno l’ultima possibilità di risollevarsi, decidono coscienziosamente, per la tutela della salute dei propri cittadini, di chiedere un atto di responsabilità a un cittadino proveniente da una zona ad alto rischio, ovvero certificare il suo stato di salute, la ritiene una scelta sbagliata? Discriminatoria? Razzista?

E quanto ci sarebbe di giusto nel contrario? Per quale logica contorta questo non dovrebbe avvenire?
Un governo coraggioso dovrebbe fare solo una cosa, che nessuno ha il coraggio di dire.

Riaprire tutta Italia (traffico tra Regioni) ad eccezione delle zone ancora in difficoltà; Lombardia su tutte. Fin quando, ovviamente, i numeri non si allineano ( e probabilmente avverrà presto).
Fino ad ora, invece, è il resto d’Italia che ha seguito le prescrizioni della Regione più colpita d’Italia; e questo non è giusto.
Non c’è nessun razzismo, nessuna discriminazione in questo; solo buonsenso.
E’ ora di tirarlo fuori, Sindaco. E di riflettere. Non di ventilare rappresaglie e vendette.

Parlare di regioni o comuni dal cuore buono ed altre dal cuore cattivo, quando si parla di misure di prevenzione sanitaria, significa non aver capito molto di quello che sta succedendo.
E di questo, francamente, ce ne eravamo accorti.

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