Inibizione per Agnelli, che c’è da festeggiare?

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E alla fine arrivò la squalifica, o meglio, inibizione. 1 anno per Agnelli.
Da qualche parte si festeggia quasi. Infatti 1 giorno in più di squalifica avrebbe comportato la decadenza dalla presidenza, e sarebbe stata messa a rischio la poltrona dell’Eca (l’Associazione dei club europei) e dell’Esecutivo Fifa.
Invece tutto bene. 12 mesi di inibizione cosa saranno mai? Si, non potrà presentarsi in Lega, scendere negli spogliatoi, rappresentare il club in ambito federale, ma a queste cose, da quelle parti, non fanno troppo caso.
Come quando invitarono il proprio allenatore (Conte) a patteggiare una pena per la quale l’indagato si professava innocente. E si parlava di partite truccate, omesse denunce, robetta pesantuccia insomma. Ma sono dettagli.

Come quelli riportati dall’accusa, che dicono chiaramente che : 
Andrea Agnelli dal 2011-12 a (quantomeno) il 2015-2016 ha violato i principi di lealtà, correttezza e probità perché, per mantenere l’ordine pubblico nei settori dello stadio occupati dai tifosi “ultras ed evitare ammende e/o sanzioni di natura sportiva, (sempre questione di money) non impediva a tesserati, dirigenti e dipendenti della Juventus di intrattenere rapporti costanti e duraturi con i “gruppi ultras”, anche per il tramite e con il contributo fattivo di esponenti della malavita organizzata, autorizzando loro biglietti e abbonamenti superiori al consentito, anche a credito e senza documenti, così violando disposizioni di norme di pubblica sicurezza….. e favorendo, consapevolmente, il fenomeno del bagarinaggio, partecipando personalmente, inoltre, in alcune occasioni, a incontri con esponenti della malavita organizzata e della tifoseria “ultras” e assecondando, in occasione della gara Juventus-Torino del 23/02/2014, l’introduzione all’interno dell’impianto sportivo, ad opera dell’addetto alla sicurezza della Società D’Angelo, di materiale pirotecnico vietato e di striscioni rappresentanti contenuti non consentiti al fine di compiacere e acquisire la benevolenza dei tifosi “ultras”;

Nelle memorie difensive della Juve si legge, in sostanza, che l’unica colpa che si addebitano è di aver ceduto più di 4 biglietti a persona, come le legge richiede, e nulla più, ma soprattutto lo facevano per motivi di “ordine pubblico”

Il giudice risponde invece che la legge nasce per favorire l’ordine pubblico e la Juve la “stravolge” adducendo la medesima ragione (?), e quelle vicende non sono “sporadiche o occasionali” ma assurgono “a modus operandi e si interrompono non per un volontario cambio di rotta societario, ma esclusivamente per l’avvenuta conoscenza delle attività di indagine della Procura della Repubblica di Torino”.

Cioè , ci hanno sgamati, finiamola.

Che tutto ciò favorisse il business del bagarinaggio “consapevolmente” pure è scritto e candidamente confermato pure dagli altri indagati.

Come dall’ex direttore commerciale Francesco Calvo anche lui inibito per 1 anno e multato.
Parliamo di quello che curava amabilmente i rapporti con gli ultras mentre Agnelli curava amabilmente i rapporti con sua moglie.

Quando si dice “Curnut e mazziat ”

Pertanto “con riferimento alla posizione del Presidente Andrea Agnelli, il Collegio ritiene che la difesa assolutoria non appare meritevole di accoglimento”.

Ma per Tuttosport è “BOLLA DI SAPONE: smontata la tesi del Procuratore. Nessun rapporto con la ndrangheta” http://www.giornalone.it/prima_pagina_tuttosport/

Anche la Società è contenta. Pur annunciando ricorso “esprime la propria soddisfazione perché la sentenza ha escluso legami con esponenti della criminalità organizzata.
http://www.juventus.com/…/nota-della-societ-25_settembre_20…

Ma anche no.
La sentenza non ha escluso affatto i rapporti con associazioni malavitose, ha semplicemente ritenuto “non sufficientemente provato” che la dirigenza, ed Andrea Agnelli, fossero a conoscenza dello “status malavitoso” di certi tifosi.
E’ diverso.
Non sapevo del loro status malavitoso” in fondo lo possono dire tutti, anche chi ha a che fare con la Juve.

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