Napoli – Manchester City: 2-1

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Ci siamo già detti, spesso, che il Napoli non è il Barcellona (o il City attuale di Guardiola).
Gioca come loro, forse anche meglio, ma conta anche l’avversario che hai di fronte.
E ieri siamo andati a casa di Guardiola, l’inventore del nuovo calcio, ad affrontare il City, una sua creatura.
Per costruire il City sono stati spesi 853 mln di €.
La squadra più costosa della storia del calcio.
http://www.calcioefinanza.it/…/squadra-calcio-costata-di-p…/

Più di 500 mln di € di fatturato contro i 150 circa del Napoli in media.

Una recente campagna acquisti da 250 mln di € contro i 20 milioni circa spesi per Ounas e Inglese.
Un monte ingaggi per i ragazzi di Guardiola pari a 276 mln contro gli attuali 78 del Napoli.

14,5 milioni di euro l’anno lo stipendio di Pep Guardiola contro gli 1,4 percepiti da Mr Sarri.

Questo per far parlare i numeri.
E i numeri sembravano parlare anche in campo la prima mezz’ora.
Perché la differenza vista nel gioco era la stessa che esiste nei bilanci.
Ma per 25/30 minuti. Poi la storia è cambiata.
Totalmente.
Il Napoli si è rialzato e ha giocato a testa alta, alla pari con loro.
Alla fine, con un rigore sbagliato, potrebbe addirittura esserci spazio per i rimpianti.
Si è sfiorata la rimonta. Ma soprattutto si è capito che questo Napoli, anche se per poco più di un tempo, è in grado di fare spettacolo ovunque, anche in casa del City.
Erano loro obbligati a vincere non noi.
Noi la qualificazione ce la giocheremo al San Paolo, lo sapevamo (e non sarà certo facile).
Ne è uscita una sconfitta di misura, 2-1, una passerella internazionale, un’altra prova di forza.
Siamo nel calcio che conta, e contiamo.
Ci basta.
“Il Napoli è una delle migliori squadre che abbia mai incontrato, sia come giocatore che come allenatore” ha dichiarato Guardiola.

E’ vero che in ogni competizione vince uno solo, ma non ne escono tutti perdenti.
E ieri, a Manchester, c’eravamo noi a lottare, a costringere il City sulla bandierina gli ultimi 5 minuti.
Noi guidiamo la classifica di Serie A.

“Non bastano paletta e secchiello per costruire uno squadrone” disse Conte dopo la sconfitta col Bayern nel 2013 quando constatò in Europa il gap che li separava dalle grandi.

Il nostro Napoli invece continua a regalarci un sogno.
Con paletta e secchiello.

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