La trasferta di ieri era importante; non proprio un “test” perché questi test avrebbero anche stufato, ma un match contro una squadra che è lì, ai piani alti. Ed è una diretta concorrente; ben attrezzata.
Si comincia con l’accoglienza dei vari striscioni piazzati per la città inneggianti al solito Vesuvio, che oramai è il nostro portafortuna. Però dai, in fondo sono opera di qualche decina di fessi, non di una comunità intera. E questo lo sappiamo, chiaramente. Ma il “meno se ne parla meglio è”, strategia vincente della stampa italica, resta sempre in voga.
Si scende in campo con Mourinho che ci ricorda che lui le partite le vuole vincere. Da “zero tituli” però passa a “zero tiri”. Difficile vincerle così.
Ma la colpa in fondo è di Lozano che si tuffa.
Ma la colpa in fondo è di Lozano che si tuffa.
Bocciato anche Irrati dallo Special One per la gestione dei cartellini, il che ci vedrebbe anche d’accordo ma nel multiverso di Mou il senso è un altro: sarebbe stato il Napoli a meritare più cartellini. Siamo in modalità “Sconcerti” ormai.
Dagli spalti riecheggia il nostro talismano “Vesuvio erutta” beatamente ignorato dalle telecronache sempre per quel mantra “meno se ne parla meglio è” che tanto è servito in questi anni a creare una coscienza civica che ci invidiano in tutto il mondo.
I partenopei rispondono, come ormai consuetudine, intonando lo stesso coro.
Ma c’è chi è arrivato a sospettare trattasi di un trucco per far squalificare il campo ai romanisti: e che non si dica che la fantasia è dote esclusivamente partenopea.
La sblocca con un gran gol Osimhen all’80’. Quel gol che, Mourinho ci spiega, l’avessero segnato loro anziché noi, avrebbe vinto la Roma anziché il Napoli; e speriamo che a Coverciano abbiano preso appunti.
Finisce tra le urla dei giocatori della Roma per non si sa che cosa, e nella difficoltà, nei programmi televisivi a seguire, di spiegare che forse la vittoria è stata meritata. Non sono bastati i tabellini delle statistiche a spiegare che solo se ce la buttavamo dentro noi la Roma avrebbe potuto vincere ieri sera. Si è dovuto argomentare non poco per legittimare il risultato; e ringraziamo il Signore che non ci hanno concesso il rigore.
Siamo a 11 vittorie consecutive con quelle europee. 9 in campionato su 11 (tra le quali quelle su Milan, Lazio e Roma, dirette concorrenti). Unica squadra ancora imbattuta e miglior attacco del torneo. Un ruolino di marcia che ci permette attualmente di primeggiare ovunque; in campionato e in Champions. Magari, se continuiamo così, primeggiamo anche sulla prima pagina della Gazzetta, chi lo può dire. Anche se non vorrei osare troppo.
Nel frattempo in quel circolo nobiliare che è diventato la tribuna del Franchi, i dirigenti dell’Inter denunciano minacce e pesanti offese ricevute da “Joe Barone e altri vip”. Lo stesso Joe Barone che, di fronte agli insulti (esecrabili) ricevuti poco fa all’indirizzo di Commisso a Bergamo, invocava l’intervento pure degli Avengers. E che ora rispedisce al mittente le accuse di Zhang & Co.
Quanta strada c’è da fare.
Quanta strada c’è da fare.
Ma fortunatamente abbiamo un sistema mediatico attento a evidenziare queste criticità e a condannarle pesantemente: come avvenuto a Pressing, con Sconcerti che sull’episodio del tifoso interista aggredito con qualcuno che urlava “buttalo giù” ha invocato l’attenuante della frustrazione, citando il “delitto d’onore”.
Ecco, almeno l’onore, cercate di salvarlo.