Draghi e le poche parole per il Sud

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Ho ascoltato il lungo discorso di Draghi.

Molto bello, per carità. Saggio e di larghe vedute.

Mancavano solo due parole per il problema principale: il divario Nord-Sud.

Quel continuo “ce lo chiede l’Europa”, riferito a tante materie, scompare quando c’è da citare quello che l’Europa chiede da tempo immemore: la riduzione del divario tra le due parti del paese.

Scompare il richiamo del 2019 di Marc Leimatre, direttore generale per la Politica regionale della Commissione Europea, a smetterla di utilizzare i fondi che arrivavano all’Italia per il mezzogiorno violando “il principio di ‘addizionalità”. Che è una cosa molto semplice.

L’Europa infatti concede fondi ai paesi per sostenere le aree depresse, a patto che siano “aggiuntivi” a quelli già naturalmente dovuti. L’Italia invece, da sempre, non solo investe al Sud in spesa pubblica meno di quanto dovrebbe rispetto al calcolo semplice della popolazione, ma per quel poco che investe utilizza i fondi europei; i quali dovrebbero essere una cosa in più e non dovrebbero essere utilizzati in forma sostitutiva.

E per questo rischia un taglio dei fondi strutturali.

“Non conosco nessun altro Paese che ha una situazione così debole” scrisse Leimatre.

https://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/altrenews/2019/10/07/ue-a-italia-senza-investimenti-al-sud-stop-fondi-_27eb36c7-f376-4c81-948b-651da8bd8ccd.html?fbclid=IwAR2dN0suzgFc_twQiPEsvwsOV4eSMlY0pMnBPAxKWgHTop910V_tbJJskH4

Scompare anche il fatto che se dal Recovery Fund arriveranno 209 miliardi è proprio a causa delle condizioni economiche del mezzogiorno che hanno inciso sui parametri di valutazione (popolazione, pil, disoccupazione) per il 65%. Ma non è il 65% dei fondi che ci si è impegnati ad investire; neanche molto meno.

https://movimento24agosto.it/wp-content/uploads/2020/07/Recovery-Fund_prima_parte_28072020-Sito.pdf

Scompare che c’è mezzo paese lasciato colpevolmente indietro negli anni, che ha pagato ovviamente a questa crisi economica derivante dalla pandemia un prezzo più alto; senza ricevere nessuna accortezza in più.

In nome del “ne usciremo insieme” siamo riusciti solo a condividere il problema insieme.

Perché non va dimenticato che all’inizio della pandemia le regioni del Sud, solo sfiorate dal Covid, hanno subito le stesse restrizioni di quelle del Nord dove il virus era più diffuso.

Si è pagato un duro prezzo, a che scopo? Quello di preservare dal virus quei territori? Così si pensava. Ma quando il contagio si è ridotto a zero con le terapie intensive vuote, nulla si è fatto per isolare le regioni a contagi zero. Il “liberi tutti” estivo ha avuto l’unico effetto di veder redistribuito il contagio su tutto lo stivale; e solo dopo si è proceduto con scelte differenziate per regioni, con i vari colori. La seconda ondata ci avrebbe colpito probabilmente comunque, ma è un fatto che non si è agiti con la volontà di isolare i territori più colpiti e preservare quelli apparentemente salvi ed anche più deboli.

Draghi ha parlato di legalità e sicurezza per il mezzogiorno, condizione necessaria per aumentare l’impiego femminile, e qualche forma di incentivo per attrarre investimenti. Poche righe, non certo ben definite. Quando questo capitolo dovrebbe essere il più corposo, definito, dettagliato del programma.

Perché anche la legalità e la sicurezza, che tutti ci auspichiamo vengano rafforzate e garantite, passano per maggiori investimenti nelle scuole, nella formazione, nel lavoro, nelle opportunità, e quindi nelle infrastrutture e nei servizi minimi garantiti.

Giornali, opinionisti, giornalisti, glissano amabilmente sul tema. Volontariamente.

E tornano in mente le parole del professor Pasquale Saraceno che nel 1972, in un rapporto al  ministro del bilancio, evidenzia che, andando di quel passo, il divario Nord-Sud si sarebbe colmato solo dopo 50 anni. Nel 2020 per la precisione. Ottimista davvero.

https://www.facebook.com/blogmauriziozaccone/photos/a.863919210421786/1485252738288427/?type=3&theater

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Maurizio Zaccone
Sono nato a Napoli nel 1974. All'attività di grafico pubblicitario, ho sempre affiancato la mia passione per la scrittura. Giornalista e Blogger. Scrivo per Quotidiano Napoli (free press partenopeo) e Identità Insorgenti (testata on line). Ma, soprattutto, scrivo per la mia città.

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