Post-Report: “Si, ma succede ovunque…”. Forse.

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Quasi 2 milioni di spettatori per la puntata di Report di ieri sera, grazie al tam tam in rete visto che la stampa nazionale ha praticamente ignorato la trasmissione.
Dalla polvere delle carte processuali, già ben note a chi aveva avuto la pazienza di leggerle, parte dello squallore emerso è giunto in tv.
In un paese normale i primi ad indignarsi sarebbero dovuti essere i tifosi bianconeri.
Costretti a pagare il doppio del prezzo nominale un biglietto allo stadio perché la loro società appaltava la vendita a soggetti esterni.
Costretti a vedere le sigle storiche del loro tifo guidate da associazioni criminali.
Con una società consenziente e collaborativa, non sotto ricatto.
Costretti a subire l’onta di striscioni come quello di Superga, che portano la firma della stessa dirigenza juventina.
Non può cambiare il calcio se la parte lesa, il tifoso, è il primo a difendere l’indifendibile.
“Succede ovunque”, ci sentiamo ripetere.
“E allora il boss a bordocampo?” E via dicendo.
No, non succede ovunque. Non è dappertutto uguale.
Se si vuole fare un’analisi seria bisogna informarsi e avere il coraggio di cercare la verità.
E la verità è che il problema della “contaminazione” o infiltrazione criminale in alcune frange ultras è un problema di sicuro storico e presente, con modalità e dimensioni diverse, in tutte le curve.
Infiltrazione criminale non significa però, per forza di cose, affari e business.
Molto dipende anche dal rapporto che la società di calcio decide di avere con le frange estreme.
Quindi, parlando del Napoli, qual è la situazione ?
Quali sono gli “affari” che si fanno in curva?
Il capo della Digos di Napoli, Luigi Bonagura , ascoltato dalla Commissione Antimafia, dichiara:
Ovviamente, i vari gruppi ultras sono espressione dei clan, non fosse altro che per la loro origine territoriale. I componenti di un gruppo hanno sicuramente, se andiamo a verificare e a fare dei controlli, contatti con gli esponenti della criminalità che operano all’interno del loro quartiere. 
Tuttavia, nel momento in cui si recano allo stadio, questi ragazzi, queste persone ci vanno per tifare per la loro squadra del cuore. Non abbiamo riscontri che ci facciano pensare ad attività diverse
Sulla famigerata vicenda del boss a bordocampo è stato ascoltato il Pm Parascadolo.
E la Parascandolo ha precisato che Lo Russo si era introdotto a bordocampo con il pass da giardiniere fornitogli dal Vivaio che aveva l’appalto per la cura del manto erboso. Un favore fatto dal titolare al boss, che all’epoca non era latitante. E dichiara:
-“Nulla coinvolge la Società Calcio Napoli“.
-“Mi risulta che la Procura Federale abbia archiviato la vicenda e in particolare escluda la responsabilità della società in merito
– “nessun rapporto diretto intercorreva tra i giardinieri e la società
Abbiamo riscontrato la massima collaborazione della Società Calcio Napoli
La Pm poi, incalzata sulla presenza di “clan” allo stadio, precisa:
Sicuramente le famiglie camorristiche vanno allo stadio come tutti i comuni cittadini … – 
Ma questo non vuol dire che – ripeto – le curve siano appannaggio esclusivo della criminalità organizzata o che ci siano infiltrazioni della criminalità organizzata rispetto alla gestione dei servizi dello stadio o rapporti con la Società Calcio Napoli o con la vendita dei biglietti. Questa è cosa ben diversa“.
E aggiunge:
nelle curve ci vanno magistrati, poliziotti. Le posso dire che i miei figli vanno tranquillamente in curva. Non c’è nessun problema ad andare nelle curve al San Paolo di Napoli. “
Non scopriamo adesso che i 40.000 tifosi delle curve non sono tutti dei santi, la legge consente a tutti, in assenza di provvedimenti restrittivi specifici, di andare allo stadio. Buoni e cattivi.
Ciò che è stato chiarito, però, è che allo stadio vanno a fare i tifosi. Con precedenti penali o con 2 lauree, vanno a tifare.
E, soprattutto, non fanno affari con la Società, per niente.
Di preciso il resoconto stenografico su questo punto è questo:
MARCO DI LELLO: A Torino è emerso che la società calcistica Juventus sceglieva consapevolmente per acquietare la curva di affidarsi a determinati personaggi e questo portava alla frequentazione dei vertici della società con determinati personaggi. A voi risulta a Napoli qualcosa di analogo, frequentazioni da parte dei vertici della società, del presidente De Laurentiis o di altri dirigenti con determinati personaggi, finalizzate ad acquietare la curva o per altre motivazioni ?
ENRICA PARASCANDOLO, sostituto procuratore della DDA di Napoli :
“No, nel modo più assoluto”
STEFANO ESPOSITO: Su questo terreno ci sono state indagini ?
ENRICA PARASCANDOLO: Ovviamente sì.
Dei rapporti che la SSC Napoli potrebbe intrattenere con figure “ambigue” riferiscono in Commissione Antimafia lo stesso presidente De Laurentiis e l’avvocato Staiano.
Il resoconto fuga ogni dubbio.
« PRESIDENTE. La società attraverso quale figura interloquisce con le tifoserie ?
AURELIO DE LAURENTIIS. Non interloquiamo proprio.
PRESIDENTE. Come, non interloquite ?
GIUSEPPE STAIANO, avvocato. Non è possibile, perché le norme non ce lo permettono.
AURELIO DE LAURENTIIS. Ma che ci mettiamo a parlare con Genny la carogna ?
PRESIDENTE. La figura dello SLO ce l’avete ?
AURELIO DE LAURENTIIS. Sì, uno che va molto a rilento… è slow.
PRESIDENTE. Che fa lo SLO, non parla con le tifoserie ?
GIUSEPPE STAIANO, avvocato. “Per darle contezza di cosa accade per esempio ad un allenamento, se arriva un gruppo di tifosi per voler solo rappresentare la propria vicinanza alla squadra piuttosto che per contestarla, il Napoli chiama la DIGOS, aspetta che arrivi la DIGOS e permette di interloquire a quei tifosi con i calciatori del Napoli o con qualche loro rappresentante solo alla presenza della DIGOS. Il Napoli è arrivato a fare questo, quindi più di questa cautela e questa prudenza non può fare, proprio perché non ci sono norme che permettono in tutta sicurezza di poter avere dei rapporti con i tifosi,
sapendo esattamente chi è il tuo interlocutore. Questo dispiace, perché la maggior parte di tifosi sono persone per bene”.
Ora, se volete, continuate a dire che le società sono tutte uguali.
E magari che Calciopoli non è mai esistita, o che gli scudetti vinti sono 36.
Prima o poi, però, dovrete svegliarvi.

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