5 gol all’Empoli per l’ottava vittoria su 11 in campionato e il secondo posto in solitaria (aspettando l’Inter). Tripletta di Mertens e 24 gol fatti (miglior attacco della serie A).
E non è stata certo la nostra miglior partita, anzi.
L’Empoli ha giocato bene e noi ci siamo distratti spesso; nonostante questo lo spessore tecnico ha fatto la differenza.
Capita di vincere giocando male, quante ne vediamo di partite sporche portate a casa per maggior cinismo, esperienza, per una prodezza o per una generosità arbitrale.
Ieri, niente di tutto questo.
Perché se non giochi al meglio, se i reparti sono distanti, se ci sono troppe amnesie, ma vinci 5 a 1 contro un dignitosissimo avversario vuol dire solo una cosa. Sei forte.
Siamo forti.
Una consapevolezza che sembra abbiamo sempre difficoltà ad acquisire.
Cresciamo ogni giorno. Scopriamo soluzioni nuove.
E ci emozioniamo, sempre. Perché quei gol non li vedi tutti i giorni, non li vedi su tutti i campi.
Tutti e 5, fantastici. Musicali. Sta diventando normalità l’eccezione.
Le partite del Napoli non sono mai banali, mai noiose. E’ sempre uno spettacolo.
E finisci per fregartene di quel seggiolino sporco, bagnato, consumato.
Perché nessuna poltroncina multicomfort sarebbe valsa il recupero e l’accelerazione di Koulibaly e l’assist ad Insigne, la parabola disegnata da Mertens, lo spettacolo, la gioia, l’emozione.
Che non finisce al 90°, per niente. Ti rimane appiccicata addosso, la sera, il mattino dopo.
Succede così, da noi.
E devi fare fatica a scrollartela di dosso perché il tempo scorre inesorabile e martedì è vicino. Bisogna di nuovo tirare il fiato, cadere in quel mix di speranza e di paura perché sai che ti giochi tutto. E’ sempre così, da noi. Ci giochiamo sempre tutto.
E quei francesi verranno preparati, avranno adottato contromisure, perché davvero rischiano grosso. E’ troppo importante per loro.
Chissà se hanno capito quanto è importante per noi.