La Napoli svelata e quella nascosta.

Turisti a Napoli tra bellezza e incuria. La Napoli svelata e quella nascosta. 

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Turisti a Napoli tra bellezza e incuria. La Napoli svelata e quella nascosta. 

Boom di turisti a Napoli. Così scrivono ogni anno, con rinnovato, ciclico, stupore.

Napoli continua ad essere scelta come meta dai turisti, tra lo stupore generale.

Quest’anno poi, tra le tre mostre al museo di Capodimonte (Caravaggio, Fabre, Depositi), quelle al Museo Archeologico (Canova e Cai Guo-Qiang) e quelle al Pan in via dei Mille (Escher e Muhammad Ali) c’è anche una grande offerta aggiuntiva.

I dati poi, per quanto esaltanti, sembrano viziati da un pesante sommerso, stimato intorno al 30%. Colpa delle strutture ricettive extra-alberghiere abusive, che non pagano la tassa di soggiorno.

C’è voglia di Napoli, nonostante tutto. Nonostante una malevole narrazione costante, nonostante l’insufficiente cura del patrimonio artistico inestimabile.

Ad ogni angolo, ad ogni vico,trovi qualcosa che valga la pena vedere. Trovi un pezzo di storia da raccontare. Cultura, ovunque. Spesso nascosta e abbandonata, spesso dimenticata.

C’è un elenco infinito, ufficiale, di cose per cui valga la pena vedere Napoli.
Chiese, musei, opere, parchi. Bellezze architettoniche impareggiabili.
Profumi, odori, colori e sapori di una tradizione gastronomica impareggiabile.
Una fetta di casatiello, da sola, può bastare a legarti per sempre a questa città.

Poi c’è una Napoli nascosta, colpevolmente.
Opere e storia che in altri comuni sarebbero state messe a “reddito” subito.

All’Arenella c’è l’Accademia dei Segreti, fondata a Napoli verso il 1560 da Giovanbattista della Porta, genio napoletano. L’hanno ritrovata qualche decennio fa. L’accesso è da una grotta a forma di teschio ed è ricca di simboli magici sulle pareti, decori, cunicoli.
Quanta storia si potrebbe raccontare su quel luogo, che fascino potrebbe regalare. Ma non la si può visitare, è sul retro di un condominio e non è accessibile.

Della Villa Comunale di Napoli meglio non parlarne, per lo stato in cui versa.
Potrebbe essere affollato ad ogni ora.

  

Statue e busti a non finire che potrebbero raccontare tanto della storia di Napoli. Ma perlopiù raccontano la storia dei deficienti che le imbrattano e le danneggiano. E gli “sfregi” restano lì, a memoria futura. Nessuno che si preoccupa di cancellarli.

Ieri è anche crollato un palo della luce che ha causato il blocco della Riviera di Chiaia.

 

Poco dopo la cassa armonica svetta un obelisco che appare sconosciuto ai più.

E’ un orologio solare del 1800, del tipo meridiana ad obelisco. Quando l’ombra dell’obelisco si allinea alla  meridiana è mezzogiorno vero.

Ma chi lo sa? Di orologi solari a Napoli ce ne sono una trentina, alcuni di grande bellezza, disseminati ovunque e difficilmente riconoscibili.

 

 

A Piazza Dante c’è n’è uno unico in europa per le sue caratteristiche, che riporta sotto a quello convenzionale un quadrante con “l’equazione del tempo”, indicante i minuti da sottrarre o aggiungere per conoscere l’ora solare vera.

Un solo orologio in europa, realizzato nel 1853, oltre 150 anni fa.

Sconosciuto a noi stessi fino al 2008, resta lì, senza una lampadina ad illuminarlo, senza una targa o altro a indicarne il significato.
All’angolo tra Via Cesare Rosaroll e Salita Pontenuovo c’è la Torre Aragonese di San Michele che risale al 1484.

 

Sulle pietre di Piperno utilizzate per costruirla permangono simboli esoterici di grande interesse. Secoli fa fu poi utilizzata per produrre il pane e ci sono ancora i forni, ma la torre versa in pessime condizioni, è pericolante e non vi si può accedere.

Banksy è un artista inglese, un writer, uno dei più grandi esponenti della street art. La sua identità è sconosciuta ma le sue opere sono battute dalle case d’asta a valori incredibili.
“Girl with Balloon” uno dei suoi lavori più noti, è stato venduto da Sotheby’s a Londra per 1,04 milioni di sterline, salvo poi autodistruggersi al momento della vendita grazie a un congegno inserito nella cornice dall’artista.

In Italia Banksy ha realizzato solo 2 opere; entrambe sui muri di Napoli.
Una delle due però, la silhouette della Beata Alberoni berniniana in versione Mc Donald’s in via Benedetto Croce, è stata coperta con un murale nel 2010 da un altro writers sconosciuto.

L’altra, la  “Madonna con la pistola” in Piazza Gerolomini (poco distante da un altro capolavoro, il San Gennaro di Jorit) è attualmente la sua unica opera italiana.

Nell’attesa che il Comune si decidesse a preservarla dal tempo e dagli atti vandalici nonostante petizioni ad hoc, i cittadini e commercianti del posto hanno fatto apporre un plexiglass di protezione.

L’elenco potrebbe andare avanti all’infinito. Napoli potrebbe vivere della sua storia.

Ma qualcuno ha preso troppo alla lettera il celebre ritornello “scurdámmoce ‘o ppassato”.

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Maurizio Zaccone
Sono nato a Napoli nel 1974. All'attività di grafico pubblicitario, ho sempre affiancato la mia passione per la scrittura. Giornalista e Blogger. Scrivo per Quotidiano Napoli (free press partenopeo) e Identità Insorgenti (testata on line). Ma, soprattutto, scrivo per la mia città.

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