Grazie Napoli.
Con 91 punti si è conclusa la migliore stagione della tua, della nostra storia.
Un bottino che ci avrebbe fatto vincere 22 degli ultimi 25 campionati.
Il quarto miglior punteggio nella storia del calcio italiano.
E un cocktail di emozioni senza precedenti.
E’ mancata solo la ciliegina sulla torta, ma quest’annata la conserveremo nel cuore.
Grazie Sarri.
Le migliori canzoni sono quelle che si ricordano, non quelle che vincono il Festival.
E la tua musica sarà ricordata, per sempre.
Grazie ragazzi.
In un calcio dove si parla solo di rinnovi, procuratori, veline, bracci di ferro, eccessi e veleni, ci avete fatto vivere un’annata spettacolare, dove, oltre lo spettacolo, abbiamo visto sempre il cuore scendere in campo.
Grazie a noi tifosi.
Perché abbiamo spiegato al mondo il senso del tifo. Che è la gioia della condivisione, dell’essere uniti, del vivere e festeggiare il percorso e non l’arrivo. Che vinciamo anche quando perdiamo, a differenza di chi perde anche quando vince e implora poi conferme esterne che non arrivano.
Perché per altri si tratta solo di pochi minuti, quelli del compiacimento del virtuale trofeo in bacheca ed una mezza festa a inviti organizzata.
Hanno vinto, come hanno vinto, una sola volta.
Noi ce la siamo goduta tutta, anche se senza ufficializzazioni.
Che servono ai tabellini, alle statistiche, agli albi d’oro, ma non restano nel cuore.
Si, certo, la Juve ha vinto lo scudetto. Ha fatto 4 punti in più del Napoli.
Ma quel che resta è il sapore.
E, per dirla alla Eduardo, noi siamo stati il ragù, voi siete stati solo carne c’ ‘a pummarola.