Il merito di raccontare Napoli onestamente!

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Alberto Angela è cittadino onorario di Napoli.
Il suo merito, in sostanza, è stato quello di aver fatto onestamente, e bene, il suo lavoro.
Perché ha raccontato Napoli come meritava. Con le sue contraddizioni e storture ma anche e sopratutto con la sua immensa storia e cultura.
Ha fatto quello che chiunque faccia il suo mestiere avrebbe il dovere di fare; non lasciarsi condizionare da pregiudizi e stereotipi. Studiare e verificare di persona.
E, di questi tempi, una persona così è una rarità.

Così assuefatti a una narrazione tossica e stereotipata ci stupiamo prima noi se qualcuno, per giunta non di Napoli, ci vede affascinanti.

Siamo spesso i primi nemici di noi stessi.
Persi e sviliti nelle annose problematiche di questa metropoli, molte delle quali condivise con tutte le grandi città, ci dimentichiamo chi siamo e da dove veniamo.

A chi abbiamo dato i natali. Cosa abbiamo creato o reinventato.
Cosa abbiamo superato.
“Avimm’ ‘a stà a “guaglione” e simmo maste”
Dobbiamo vivere da garzoni e siamo maestri, diceva Viviani.

Ci lasciamo raccontare come pizza, camorra e mandolino.
E ci dimentichiamo la nostra storia. E nessuno ce la insegna.

Ci dimentichiamo la nostra lingua, molto di più di un semplice dialetto ma con una grande storia letteraria.
Il primo documento scritto in italiano, Placito di Capua, del 960, è in realtà scritto in napoletano.
Ed è stato un napoletano, in lingua napoletana, a scrivere il primo libro di fiabe al mondo.

E’ famosa nel mondo la poesia napoletana, il teatro napoletano.
E non c’è genere musicale nel mondo che non abbia strizzato l’occhio alla musica napoletana.

C’è Napoli in ogni piatto della cucina mediterranea, in tutte le eccellenze dolciarie.
C’è Napoli nella saggezza tramandata degli antichi proverbi.
C’è Napoli nella medicina, nella scienza, nell’architettura.
C’è Napoli nelle grandi scoperte.

E’ napoletana la forchetta a 4 punte, il telefono senza fili, il telecomando.
E’ napoletana la prima lavatrice moderna, il primo quotidiano italiano, la tombola.
E’ napoletano il fiammifero, con la sua prima fabbrica a Napoli.
Sono napoletane la prima casa cinematografica italiana e la prima televisione privata italiana.
E’ napoletano il sismografo elettromagnetico.
E’ napoletana la prima guida turistica per stranieri, il ““Manuale del forestiero in Napoli”, altro che Tripadvisor.
Sono napoletani i principi della banca moderna, il debito, lo scoperto su conto, la girata, ritrovati nell’archivio storico del Banco di Napoli 100 anni prima della Royal Bank of Scotland nel 1728 che ne vantava il primato.
E’ napoletana la prima ferrovia italiana, l’illuminazione a gas.
E’ napoletana la raccolta differenziata, la crittografia.
Sono napoletane le prime case antisismiche.
E’ napoletana la prima tangenziale italiana, l’attuale Corso Vittorio Emanuele.
Sono napoletani i principi del telescopio, scoperti a NAPOLI da un Napoletano, Giambattista della Porta, 20 anni prima che lo costruì Galileo.
E’ napoletano il primo osservatorio astronomico italiano.
E’ napoletana la Sambuca, la Fanta, quella vera, prodotta a Napoli con le nostre arance.
E’ napoletano persino il cornetto Algida.

Sono napoletane un altro milione di cose.
Ed è napoletana, ovviamente, ANCHE la pizza.

Ma, soprattutto, siamo Napoletani noi.
Ricordiamocelo sempre. Con orgoglio.

Maurizio Zaccone

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Talento ne tenimmo, avimmo ingegno:
nu poco sulo ca ce sustenimmo,
cunquistarrammo chillu posto degno
ca, pè mullezza nosta, nun tenimmo.

Quanno na cosa è bbona e è nata ccà,
nu milione ‘e gente l’ha da dì.
E vedarraie po’ Napule addò va,
cu tutto ca è ‘o paese d’ ‘o ddurmì.

(Raffaele Viviani – Campanilismo)

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Maurizio Zaccone
Sono nato a Napoli nel 1974. All'attività di grafico pubblicitario, ho sempre affiancato la mia passione per la scrittura. Giornalista e Blogger. Scrivo per Quotidiano Napoli (free press partenopeo) e Identità Insorgenti (testata on line). Ma, soprattutto, scrivo per la mia città.

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