Riesumata la salma di Bucci. Una vicenda mai indagata a fondo.

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La salma di Raffaello Bucci, l’ex ultrà bianconero e poi consulente del club per i rapporti con la tifoseria, è stata riesumata per volontà della Procura di Cuneo. Quel caso prontamente archiviato come suicidio presenta ancora troppi punti oscuri.

Bucci è morto dopo un interrogatorio sui rapporti tra ‘ndrangheta e curva bianconera e in molti sospettano che non si tratti di un suicidio. In particolare la compagna, Gabriella Bernardis, che ha pressato per la riapertura del caso.

Ferite sul volto non compatibili con la caduta, quel borsello dal quale il Bucci non si separava mai scomparso dall’auto e poi riconsegnato dal security manager della società Alessandro D’Angelo alla compagna di Bucci solo alcuni giorni dopo la morte di quest’ultimo, i server per le intercettazioni saltati e le ultime telefonate di Bucci che non vengono intercettate.

Quanto basta per provare ad andare più a fondo e capire cosa sia davvero successo su quel viadotto il 7 luglio 2016. Se Bucci sia stato selvaggiamente picchiato e buttato giù o se si tratti di suicidio.

La verità è che non si è mai indagato a fondo su certe commistioni e i magistrati che si occuparono di Alto Piemonte lo chiarirono bene.

il Pm Toso disse: “Alto Piemonte non nasce come infiltrazione della ‘ndrangheta nella Juve ma come tutt’altra cosa. Poi, lavori facendo, succede dopo mesi questa cosa qui, che non determina reato specifico e non consente attivazione di ulteriori termini, e succede proprio quando sta scadendo il termine delle indagini preliminari…

Aggiunse il pm Abbatecola:”Noi abbiamo dei termini d’indagine. Per il reato del 416bis abbiamo un termine massimo di due anni entro il quale devo provare tutto il provabile…e questi sono reati a prova lunghissima, perché si devono monitorare tantissime persone nel lungo periodo”.

Un esempio può valere su tutti; durante l’audizione del dott. Paolo Toso della DDA di Torino alla Commissione Antimafia, lo stesso racconterà di come un’altra famiglia (i Crea) avesse particolari interessi nel bagarinaggio allo Juventus Stadium. Una famiglia più potente che, secondo quanto riferisce un collaboratore di giustizia, godeva di un tramite, un collaboratore, che aveva rapporti diretti con la Juventus.

Un altro Dominiello, insomma. Collaboratore che non fu mai possibile identificare perché ci fu la necessità di arrestare i Crea per un’attività di usura incessante; perché la storia delle infiltrazioni finalizzate al bagarinaggio erano poca cosa sotto il profilo penale rispetto alle indagini in corso.

Di questa figura non se n’è mai saputo nulla. Nessuno ha domandato (Report a parte, ovviamente) e nessuno ha risposto.

A dire la verità uno che ha provato a fare le domande c’è, ed è proprio un azionista della Juve.
Si chiama Marco Bava e all’ultima assemblea dei soci ha preso più volte la parola per chiedere delucidazioni alla società su tutte le vicende oscure che l’hanno riguardata.
Quello che dice è riportato nero su bianco nel verbale d’assemblea degli azionisti del 25/10/2018.
Bava chiede risposte sui 700 biglietti a partita regalati alla ‘ndrangheta venduti con ricarichi importanti; ritiene vi sia un’ipotesi di reato, richiamando gli articoli 2408 e 2409 del codice civile, per autoriciclaggio e falso in bilancio.

Parla della morte di Bucci, di quello che ritiene sia un omicidio. Parla delle dichiarazioni a Report di Puntorno, leader dei “Bravi Ragazzi”, dei 300-500 biglietti a settimana che diceva di gestire, delle 6-700 persone che suo dire facevano parte di questo giro. Continua a chiedere finché non gli spengono il microfono.

Riesce a riprendere la parola successivamente e continua a parlare. Parla di Loris Grancini, leader dei “Viking” che secondo la procura è vicino ad un clan mafioso e riferisce che lo stesso ha dichiarato di aver incontrato il Presidente Agnelli per parlare di tifo e coreografie e di aver ricevuto complimenti. Parla di Bucci che, a suo dire, risultava essere il cassiere degli ultras di Mocciola: I Drughi: Quel Mocciola che non usa né il telefono né internet e l’unica sua foto pubblica risale al 1989, quella scattata dopo l’arresto per aver rapinato un portavalori e partecipato, con i suoi complici, all’omicidio di un appuntato dei Carabinieri”.

Riferisce che dal carcere Mocciola nomina Bucci “ministro delle finanze” ma quando uscirà riprenderà tutto nelle sue mani. Che i rapporti tra Mocciola e Bucci erano peggiorati e durante le esequie l’ex compagna di Bucci ha dichiarato che Mocciola ha mandato un emissario a dire che non era stato lui a far uccidere Bucci.
Richiama altre intercettazioni riguardanti altri ultras con riferimento al bagarinaggio.
Fa mettere a verbale che Andrea Agnelli rimarrà nella storia della Juventus per essere stato condannato per illecito sportivo. Il primo e spera l’ultimo.

Parla dei rapporti tra Bonucci e questi ultras, che lo stesso andrebbe a vedere le partite, quando non gioca, proprio in mezzo ai Drughi. Cita un sms di Bonucci che sarebbe stato trovato nel cellulare di Bucci. Parla di Germani, tifoso bianconero in buoni contatti con la società ed i calciatori, condannato a 4 anni di reclusione. Parla di Juve e ndrangheta, invita gli attuali dirigenti a rifondere i danni alla Juventus per i danni all’immagine e per aver permesso e accettato la commistione tra ndrangheta e Juventus.

Si domanda a cosa serva ancora parlare di valori sportivi all’interno della Juventus.

Poi torna su Bucci e riferisce che secondo la squadra mobile di Torino sull’auto di Bucci, dopo la sua morte, hanno “messo le mani” tre dipendenti della Juventus: Matteo Stasi (autista di Andrea Agnelli) che ha dichiarato di non aver trovato nulla, Daniele Boggione, che ha dichiarato di aver trovato chiavi e borsello, e il capo della Security Alessandro D’Angelo, che riconsegnerà poi gli oggetti. Lo stesso che mezz’ora dopo la morte di Bucci chiama Francesco Calvo al quale dice “lo hanno ammazzato”.

Bava dice che Bucci era legato alla ‘ndrangheta e ai servizi segreti e che era un dipendente della Juventus e non si spiega come la società non abbia fatto delle indagini per sapere chi fosse.

Tutte domande ovviamente rimaste senza risposta, anche perché il Presidente Agnelli, ad ogni intervento dell’azionista, si assentava dall’assemblea per fumare cedendo la direzione al vice presidente Nedved.

Tutte domande alle quali si spera adesso possano dare una parziale risposta i magistrati.

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Maurizio Zaccone
Sono nato a Napoli nel 1974. All'attività di grafico pubblicitario, ho sempre affiancato la mia passione per la scrittura. Giornalista e Blogger. Scrivo per Quotidiano Napoli (free press partenopeo) e Identità Insorgenti (testata on line). Ma, soprattutto, scrivo per la mia città.

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