In corteo contro le baby gang. Ecco Napoli!

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A Napoli è “emergenza baby gang”.

Ci ho pensato prima di scrivere qualcosa.

Il mio primo pensiero è che si è scoperta l’acqua calda, e che il fenomeno non sia nuovo, né per modalità, ne per numero di casi. Succede da sempre, purtroppo.

E’ il meccanismo social che ha modificato la diffusione della notizia.

Il secondo pensiero è che che non è vero che l’emergenza sia napoletana; se provate a digitare su google “baby gang” facendolo seguire da una città a caso d’Italia, comprenderete la vastità del fenomeno.

Concentrandomi però su questi 2 punti sentivo di rischiare di minimizzare il problema.

Perché io, come tutti, ho sofferto leggendo queste notizie. Ho pensato ai miei figli.

E se devo far finta di credere che succede solo a Napoli affinché il Ministro se ne interessi e qualcuno intervenga, allora va bene così.

Sempre che, ovviamente, si faccia qualcosa; che non rimanga solo il nome di Napoli nel mondo associato alla criminalità senza un effettivo tentativo di porre rimedio, come purtroppo la storia insegna.

Non c’è nessuna “emergenza” a mio avviso. La parte sana è maggioritaria, preponderante.

La parte viva sono i 5000 ragazzi che hanno sfilato stamane per le strade di Scampia.

Poi c’è la parte dimenticata, il degrado.

Quello che le Istituzioni hanno finto di non vedere, e che continuano a ignorare fino alla prossima “emergenza”.

Nessuno che vuole ammettere che questa città è sola; che brilla di luce propria ma non è governata, non è controllata, non è seguita. Non è premiata né punita; è sola.

Mancano i mezzi, manca la volontà, manca il coraggio, non lo so.

Ci hanno convinto, piano piano, che la colpa è nostra. Di noi cittadini.

Troppo frequentemente sento che in noi serpeggia questo dubbio; siamo davvero brutti come ci dipingono? Hanno ragione loro?

No, non è così.

In qualunque comunità il rispetto delle regole passa per il controllo sulle stesse.

Siamo in tanti a fare il biglietto per la cumana e per l’autobus.

Ma è deprimente sapere che chi non lo fa non viene multato.

Siamo in tanti a differenziare i rifiuti in maniera perfetta.

Ma è svilente sapere che se il vicino decide di non farlo non riceverà mai una multa e comprometterà anche il nostro lavoro, perché getterà il suo sacchetto nel nostro stesso bidone.

Siamo in tanti a raccogliere le deiezioni dei nostri cani.

Ma è triste vedere che le strade rimarranno sporche perché mai un vigile fa una multa.

Siamo in tanti a pagare l’assicurazione auto, ma è mortificante spendere il triplo rispetto ad altre città d’Italia perché si fa pagare a noi la truffa di qualcun altro.

Siamo in tanti ad essere persone perbene. Ma solo a Napoli si rischia di sembrare fessi.

Quando Giuliani divenne Sindaco di New York applicò la “teoria delle finestre rotte”.

Un principio secondo il quale se in un ambiente dai percezione di controllo delle regole, quelle elementari, ne beneficia tutta la catena e in automatico diminuiscono anche i crimini più gravi.

All’epoca uno dei luoghi dove avvenivano la maggior parte dei crimini era la metropolitana. Dalle rapine agli omicidi; una zona franca.

Il neo Sindaco fece uscire dagli uffici la Polizia metropolitana e li spedì a controllare i biglietti nei treni. Ogni giorno un numero impressionante di newyorkesi non faceva il biglietto.

Calarono tutti gli altri crimini. E questo avvenne anche per strada, con il controllo e la sanzione dei più piccoli reati.

Milano è il Comune Italiano con la più alta percentuale di raccolta differenziata.

Ma anche il Comune dove sono state elevate più multe per illecito sversamento dei rifiuti.

Nel 2016, 48.000 multe. Più di 130 al giorno.

Nello stesso anno a Napoli, 700 multe. Meno di 2 al giorno.

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2016/08/20/iacotucci-rifiuti-a-milano-45-mila-multe-a-napoli-solo-700Napoli05.html

E a Napoli, quando nel 2008, fu avviato sotto la giunta Iervolino il primo piano di raccolta differenziata spinta che abbracciava pochi quartieri di Napoli, la città rispose in una maniera incredibile.

A Bagnoli, in particolare, le percentuali di differenziato superarono il 90%, i dati ci dicevano che nemmeno a Tokyo si arrivava a cifre del genere.

http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2010/21-dicembre-2010/bagnoli-come-tokyo-7-quartieri-ricicloni-che-trainano-napoli–181121137022.shtml

In qualsiasi città del mondo un così elevato senso civico sarebbe stato tutelato dalle istituzioni.

E invece no.

Accanto ai sacchetti di vario colore regolarmente riposti nelle ore e nei giorni indicati, permanevano materassi, mobili, copertoni d’auto e sacchetti d’indifferenziato attorno alle campane.

Mai una volante, mai una telecamera, mai una multa.

Non è Napoli che deve cambiare;

Napoli sono i 5000 ragazzi di stamane, non le baby gang.

Le baby gang sono solo uno dei tanti problemi di una metropoli;

uno Stato e un’amministrazione degne di questo nome, sarebbero la soluzione.

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